Luigi Bartolini, Merano di sera, Acquaforte 1934

Merano di sera 1934


Acquaforte. Lastra 102x167 mm. Data e firma incise in lastra. Titolo a matita in basso a sinistra Merano di sera. Tiratura a matita in basso al centro 10/20. Firma a matita in basso a destra Bartolini.
Altri titoli: Merano. Porta Cappuccini verso sera; Merano di sera ai Cappuccini; Merano, via dei Cappuccini.
(Questo foglio è stato restaurato da Caterina Manfredi, Reggio Emilia).

BIBLIOGRAFIA

1951 C.A. Petrucci, Le incisioni di Luigi Bartolini, Calcografia Nazionale Roma, n. 443;
1959 M. Severini, La Collezione Sebastiano Timpanaro nel Gabinetto Disegni e Stampe dell’Istituto di Storia dell’Arte dell’Università di Pisa, Neri Pozza, Venezia, N. 526;
1962 G. Ronci, Le incisioni di Luigi Bartolini, Calcografia Nazionale Roma, n. 443;
1967 Catalogo Galleria Viotti, Torino n. 19; n. 24;
1980 Studio d’Arte Le Immagini, Torino n. 7
1998 A. Tosi - Bartolini, Le incisioni della Collezione Timpanaro, Olschki Firenze, n. 47

ESPOSIZIONI

1951 Roma, Calcografia Nazionale
1962 Roma, Calcografia Nazionale
1967 Torino, Galleria Viotti
1980 Torino, Studio d’Arte Le Immagini

NOTE

Da A. Tosi, Luigi Bartolini. Le incisioni della Collezione Timpanaro – Leo S. Olschki Editore 1998:
Questo “primo esemplare” di una delle acqueforti più amate da Timpanaro veniva inviato da Bartolini alla fine del 1936:
“Caro Bartolini,
Ho avuto le sue acqueforti. Sono fuori di me dalla gioia. Mi ha addirittura commosso quella di Merano a sera. E’ una lirica delle più felici, delle più profonde (…) (lettera del 30.11.1936)”.
Era proprio il lirismo dell’acquaforte ad affascinare Timpanaro, pronto a dichiarare tutto il suo entusiasmo verso la struggente poesia della grafica bartoliniana che superava, e di gran lunga, la produzione del Bartolini poeta e scrittore. Significativa, infatti, la lettera inviata nel giugno del 1937, l’anno di più intensa collaborazione dell’artista sulle pagine di Quadrivio:
“Credo che le tue poesie siano interessanti, anzi molto utili per chi ti vuol conoscere, che siano piene di vita, addirittura belle, ma insomma a me pare che tu riveli la tua sorprendente originalità più nelle acqueforti e nei disegni. I tre primi versi di Anita sono molto beli; i sei versi di Città li so a memoria e li ripeto con adesione convinta, ma non saprei sostenere che nei tuoi versi tu sia un gran poeta. Certe tue acqueforti sono dei veri capolavori che non temono i confronti più audaci; delle poesie non potrei dire lo stesso. Tu che più le ami tanto potresti citarmene una che abbia il fascino di Merano verso sera? In quella piccola acquaforte tutto è essenziale, tutto canto; nelle poesie c’ canto e c’è polemica e vita troppo immediata.
Tu sei un ingegno esuberantissimo. Hai bisogno di parlare, di gridare, di divagare, di dare una strigliatina e un pugno a questo e a quello; quando incidi non sei più il simpatico (o l’antipatico, a secondo del punto di vista) spirito bizzarro ma l’artista che si esprime con felicità e dona gioia e poesia (lettera del 29.6.1937)”.
Giudizio ripetuto in una lettera del 30 agosto 1938, una delle più amare del carteggio con l’artista:
“Ti ho scritto più volte e ti ripeto che credo nel tuo ingegno e nella tua arte. Non esito a dire che tu sei un grande artista. L’acquaforte di Merano a sera, di cui tu mi hai dedicato il primo esemplare, è un capolavoro e può stare accanto a qualunque altra acquaforte, anche delle più famose (…)”.
Un altro esemplare dell’acquaforte veniva richiesto da Timpanaro con la promessa dell’invio di stampe di Goya e di Fattori (lettere del 21.12.1938 e del marzo 1939).