LA BIOGRAFIA DI LUIGI BARTOLINI

di Dario Palma e Luciana Bartolini


◾Luigi Bartolini nasce a Cupramontana (Ancona) l'8 febbraio 1892 da Giuseppe e da Vittoria Bonci. Il padre, dapprima insegnante poi direttore didattico, oltre a coltivare lo studio dei classici, latini e greci (conosceva persino i dialetti del greco antico), dipinge.  Il fratello della madre, il prof. Elia Bonci, era l’autore di un trattato di “Teoria delle ombre”, edito da Hoepli nel 1897, ancor oggi adottato nelle scuole d’arte.Dopo gli studi tecnici, compiuti a Jesi, Luigi si trasferisce nel 1907 a Siena, dove si iscrive all'Istituto di Belle Arti. Nel 1909, data cui risale la prima incisione nota, passa a Roma, dove frequenta l'Accademia di Belle Arti e le lezioni di anatomia, storia dell'arte e letteratura all'Università; all'Accademia di Spagna, a San Pietro in Montorio, segue i corsi di disegno e studia le incisioni di Goya. Fra il 1913 e il 1914 è a Firenze, dove segue lezioni di architettura e anatomia e la scuola di nudo annessa all'Accademia; resta colpito dalle incisioni di Fattori e, agli Uffizi, studia le collezioni di antichi disegni e le acqueforti di Rembrandt e Callot, frequentando anche, instancabilmente, Musei e Biblioteche. Collabora al Fieramosca e comincia a dipingere quadri a olio; agli anni fiorentini risalgono anche la sua amicizia con Dino Campana e i suoi contatti con Ardengo Soffici.

Chiamato alle armi, combatte, tra il 1915 e il 1918, sul Carso e sul Piave, come ufficiale di artiglieria, meritando la medaglia di bronzo al valor militare. È di questo periodo la raccolta di versi I parenti, che si considera il primo libro di Bartolini.
◾ Nel 1919, rientra a Macerata, dove riprende a scrivere, incidere e dipingere, e dove inizia l'attività di insegnante di disegno nella scuola superiore, attività che continua prima a Sassari, poi ad Avezzano, dove si trasferisce nel 1921, anno in cui comincia anche la collaborazione a Il Giornale d'Italia. Nel 1922 partecipa all'esposizione Provinciale d'arte di Macerata ricevendo il Diploma di Grande Medaglia d'Argento di S.M. il Re. Tornato l’anno successivo a Macerata, espone l'anno seguente alla Casa d'Arte Bragaglia di Roma le sue acqueforti, ottenendo un grande apprezzamento da parte della critica. Fra il 1924 e il 1925 insegna disegno a Camerino. La sua polemica attività di scrittore (collabora a giornali e riviste, come Il Selvaggio, Pan, Il Bargello, Circoli, Il Frontespizio, La Nazione, Italia Letteraria, La Tribuna, Quadrivio, Emporium) e il suo rifiuto di firmare il "Manifesto degli intellettuali fascisti" di Giovanni Gentile del 1925  gli procurano il trasferimento, per motivi politici, a Pola (1926/28), a Porto San Giorgio, a Caltagirone (1928/29), a Osimo. A Brioni (Pola) incontra Kokoschka.
◾ Nel gennaio 1928 ha inizio la corrispondenza epistolare con Vincenzo Cardarelli, che durerà fino al febbraio 1930; sempre nel 1928 arriva il primo riconoscimento letterario, con il premio indetto da La Tribuna. L'artista partecipa inoltre alla XVI Esposizione Biennale Internazionale d'Arte di Venezia: la sua presenza alla manifestazione sarà in seguito pressoché costante, ma saranno polemiche le posizioni assunte dal Bartolini critico, che saranno raccolte più tardi nel volume Il fallimento della pittura (Lettere dalla Biennale), pubblicato ad Ascoli nel 1948. Dal 1929 Bartolini collabora anche al Cimento di Napoli, a La Fiamma di Roma e a Il Cittadino di Macerata. Nel 1929 a Porto San Giorgio sposa civilmente Adalgisa Zambon. Prima personale di grafica alla Galleria Bardi di Milano.
Del 1930 è la sua affermazione come scrittore, con Passeggiata con la ragazza, pubblicato da Vallecchi, Firenze e con Il ritorno sul Carso, uscito presso Mondadori a Milano. In settembre si stabilisce a Osimo, dove continua l'attività di insegnante e dove rimarrà fino al 1933. Nel 1931 partecipa alla I Quadriennale d'Arte Nazionale di Roma dove la sua presenza sarà costante. Nel 1935 l'artista vi ottiene il premio per l'incisione presentando lui stesso 50 acqueforti; il premio gli viene assegnato anche nel 1939.
◾ Del 1931 è la pubblicazione de La vita dei morti (Campitelli, Foligno) e de ll molino della carne (Bompiani, Milano). Intanto cresce il numero delle collaborazioni: La Nazione, L'Indice, L’Ambrosiano, Il Selvaggio, Emporium, Il Bargello, La Tribuna, L'Italia Letteraria. Nel 1932, all'Esposizione del Bianco e Nero tenutasi alla Galleria degli Uffizi di Firenze, ottiene, per Fonte San Gennaro, il primo premio ex-aequo con Morandi e con Boccioni (alla memoria). Nello stesso anno inizia la collaborazione a Il Frontespizio, che durerà fino al 1938, e a Milano espone 40 acqueforti presso la Galleria il Milione, in una mostra comprendente opere di Fernand Léger e Jules Pascin. Sempre nel 1932, dopo oltre un anno di separazione dalla moglie, conosce Anita Montesi, che diventerà la sua compagna di una vita, che gli darà l’adorata figlia Luciana e che sposerà con rito religioso nel 1963, un mese prima di morire.
◾ Nel gennaio del 1933 viene trasferito a Bari. L'editore Vallecchi di Firenze pubblica il libro di racconti L'Orso e altri amorosi capitoli. In seguito a dissensi con il regime fascista viene arrestato, rinchiuso nelle carceri di Ancona, quindi confinato a Montefusco (Avellino) e inviato qualche mese dopo come sorvegliato politico a Merano, dove rimarrà fino al 1938: questo periodo sarà tra i più fertili della sua attività artistica. Nel 1935 partecipa a Parigi alla Mostra d'Arte Italiana Contemporanea del Museo Jeu de Paume; riceve il Primo Premio per l'acquaforte alla II Quadriennale di Roma (espone 50 acqueforti e alcuni oli). A Bucarest, è presente alla Mostra dell’Arte Italiana contemporanea. Nel 1936 ha inizio l'amicizia con Eugenio Montale; nel 1937 viene premiato, sempre a Parigi, all'Exposition Internationale des Arts et des Techniques.
◾ Nel settembre 1938 lascia Merano per stabilirsi a Roma. Intensa la collaborazione a Quadrivio per tutto il 1939, anno in cui pubblica Poesie (1928-1938), Edizioni Modernissima, Roma e ll meccanico gigante (Edizioni della Maddalena, Venezia), volume di saggi cui fece seguito, nel 1940, Polemiche (Edizioni Gastaldi, Milano). Alla III Quadriennale di Roma , dove espone acqueforti, disegni e un olio, riceve il Primo Premio per l'incisione.
◾ Del 1941 è l'ampia personale di dipinti e acqueforti alla XLVIII Mostra della Galleria di Roma, mentre alla Biennale del 1942 ottiene il Gran Premio per l'incisione e nello stesso anno Corrente (che prese il suo nome proprio da un’indicazione di Bartolini) ordina a Milano un'importante sua antologica. Con l’editore Tumminelli di Roma pubblica Il cane scontento e altri racconti. Per le edizioni del Campano di Pisa pubblica Scritti d'eccezione, la cui tiratura appena posta in vendita verrà sequestrata e distrutta per motivi politici. Nel 1943 viene pubblicato, sempre presso Tumminelli di Roma Vita di Anna Stickler. Nasce la figlia Luciana. E' invitato alla IV Quadriennale di Roma (espone 11 Olii ). Per le Edizioni Documento di Roma esce la cartella Sante e cavalle in tiratura di 22 esemplari con 12 acqueforti originali numerate e firmate. Nel 1944 Pubblica per le Edizioni D.O.C. di Roma Poesie e satire e per le Edizioni Delfino di Rovereto il saggio Manzù.
◾ Nel 1945 per l'editore Danesi di Roma pubblica Credo d'artista, per O.E.T. di Roma Perchè do ombra e Della sottomissione, per le Edizioni Circe di Roma Scritti sequestrati, per le Edizioni Il Solco Citta di Castello Ragazza caduta in città e per l'editore De Luigi di Roma illustra Une saison en Enfer di Rimbaud con un’acquaforte originale (La cetonia) e 10 eliotipie da acqueforti.
◾ Nel 1946 esce, presso Polin di Roma, Ladri di biciclette, che verrà tradotto in venti lingue e sarà il soggetto ispiratore dell'omonimo, famosissimo film di De Sica.
◾ Nel 1948 Bartolini vince il Premio Suzzara per il disegno e pubblica presso Nistri-Lischi di Pisa il volume Liriche e polemiche. Nel 1949 il Gabinetto delle Stampe di Parigi acquista una sua acquaforte: Le piante grasse per 20.000 franchi. Dello stesso anno è un'importante esposizione di 30 incisioni inedite alla Galleria La Saletta di Modena. Esce, presso Nistri-Lischi, Amata dopo. Nel 1950 l'artista partecipa alla Mostra Internazionale del Bianco e Nero a Villa Ciani di Lugano (dove viene premiato con Delvaux, Goerg, Kubin, Morandi, Ernst, Trange, Rouault, Tyttgart) e alla Mostra Internazionale del Disegno di Bergamo; ordina due importanti personali di dipinti e acqueforti a Roma (Galleria Chiurazzi e Galleria La Finestra) ed espone 50 incisioni a Parigi (Quai Voltaire-Silvagni). Infine vince a Celle Ligure il premio per il miglior paesaggio. L'anno seguente ottiene il Premio di Pittura a Massa Lombarda e un premio acquisto alla II Mostra Nazionale Premio del Fiorino di Palazzo Strozzi a Firenze; nel dicembre la Calcografia Nazionale di Roma dedica alle sue incisioni una grande mostra, con catalogo curato dal direttore della Calcografia Carlo Alberto Petrucci, dove sono elencati ben 1067 pezzi, dal 1910 al 1951. Vengono pubblicati da Vallecchi il volume di poesie Pianete, con introduzione di Giacinto Spagnoletti, e il romanzo ll mezzano Alipio.  
◾ Durante il 1952 si registrano le personali romane alla Galleria Chiurazzi e alla Galleria il Pincio e la mostra di acqueforti alla Sala delle Stagioni di Pisa. Bartolini cura personalmente, per l'editore Casini di Roma, il volume Gli esemplari unici o rari, con 96 riproduzioni di acqueforti. Nel 1953 vince il Premio Città di Torino per l'incisione, il Premio Suzzara, il Premio Terni e, con Pianete, il Premio Chianciano; a Bruxelles Petrucci presenta 101 acqueforti (esemplari unici e rari); escono per l'edizione Schwarz di Milano Ombre fra le metope e, per Scheiwiller, Addio ai sogni e Poesie per Anita e Luciana. Il libro Ombre fra le metope vince l'anno seguente il Premio Marzotto per la letteratura, ex-aequo con Dino Buzzati. Nel 1954 Bartolini pubblica con Vallecchi La caccia al fagiano, che pure vincerà il Premio Marzotto, e Signora malata di cuore. In quell'anno numerose sono le importanti mostre personali di dipinti e acqueforti: Bari (Galleria Piccinni, Galleria Torre), Roma (Galleria Chiurazzi), Livorno (Bottega d'Arte), Genova (Galleria Rotta), Bologna (Circolo di Cultura) cui seguiranno, nel 1955, Bellinzona (Circolo di Cultura), Pesaro (Camera di Commercio), Chieti (Bottega d'Arte), Pisa (Galleria I Galli). Pubblica, con Cappelli di Bologna, Castelli romani, e con Porfiri di Roma, Antinoo.
◾ L'attività espositiva prosegue intensa, in particolare per l'opera grafica, nelle città di tutta Italia e nelle manifestazioni più prestigiose; alcune delle mostre più importanti sono: nel 1956 Napoli (Galleria San Carlo); Verona (Galleria San Luca) ; Venezia (Opera Bevilacqua La Masa) ; Forlì (III Biennale Nazionale del Disegno e dell'Incisione Contemporanea, dove riceve la medaglia d'oro per l'incisione); nel 1957 Venezia (Opera Bevilacqua La Masa, II Biennale dell'Incisione Italiana Contemporanea); Torino (Palazzo Carignano); Firenze (III Rassegna del Disegno Contemporaneo); nel 1959 Vicenza (Casa del Palladio) ; Venezia (III Biennale dell'Incisione) ; nel 1961 Firenze (XII Mostra Nazionale premio del Fiorino), nel 1962 Torino (Galleria Narciso), Firenze (XIII Premio del Fiorino); Milano (Mostra Nazionale Arte Figurativa Città di Milano, Palazzo della Permanente) ; Francavilla al Mare, dove vince il Premio Michetti; Torino (Galleria Viotti) ; Roma (Calcografia Nazionale, con catalogo a cura di G. Ronci, dove sono elencate 1157 acqueforti dal 1910 al 1962).​​​​​​​
◾ Nel 1959 Mondadori pubblica ll mazzetto e Vallecchi Il Polemico, Cappelli La pettegola e Giardini (Pisa) Cardarelli e altri amici; nel 1960 esce, per Mondadori, Le acque del Basento; nel 1962, a Urbino, L’antro di Capelvenere nel 1963, ad Ancona, L'eremo dei Frati Bianchi per Bucciarelli. Nel 1960 viene insignito della Medaglia d'argento per i Benemeriti della Scuola, della Cultura e dell'Arte. Pochi mesi dopo, sempre nel 1960, viene nominato Accademico di San Luca, il riconoscimento più prestigioso per un artista in Italia.
◾ Alle numerose collaborazioni per testate nazionali, negli ultimi anni si aggiungono quelle per Il Corriere della sera di Mario Missiroli, per Il Gazzettino di Venezia di Giuseppe Longo e per Il Resto del Carlino, al quale lo chiama personalmente il direttore Giovanni Spadolini.
L'artista si spegne il 16 maggio 1963 a Roma; alcuni giorni prima aveva fatto biffare circa 600 lastre.

Fotografia grande in Home Page - Particolare - © Giancarlo Bonora per Epoca